giovedì 20 marzo 2008

Ordine del giorno sulla Legge 194

A nome de La Sinistra Arcobaleno, il consigliere Giampiero Calabresi ha presentato un ordine del giorno sulla Legge 194. Ne pubblichiamo il testo per intero.





Al Sindaco del Comune di Spoleto
Al Presidente del Consiglio Comunale



Ordine del Giorno

Rafforzare i consultori e difendere la legge 194


Richiamando
che con la legge istitutiva dei consultori familiari (legge 405 del 75) è stato sancito che il servizio d’assistenza alla famiglia e alla maternità ha come scopo:
a) l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile;
b) la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’integrità fisica degli utenti;
c) la tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento;
d) la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso.


Evidenziando
che la Legge 194 del 78 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” , sancisce che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. Che la stessa Legge stabilisce che i Consultori debbano assistere la donna in stato di gravidanza:
a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio;
b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;
c) attuando direttamente o proponendo all’Ente Locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);
d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.

Sottolineando
che Il Progetto Obiettivo Materno Infantile assegna un ruolo centrale ai Consultori Familiari nella promozione e tutela della salute della donna e dell’età evolutiva e raccomanda che gli stessi siano integrati nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale e che debba essere salvaguardato il lavoro di équipe, fondamentale per garantire globalità e unitarietà dell’approccio.
Che lo stesso progetto indica che per lo svolgimento delle sue funzioni il consultorio si avvale, di norma, delle seguenti figure professionali: ginecologo, ostetrica, assistente sociale, assistente sanitari, infermiere , il cui intervento integrato, proiettato nelle problematiche della prevenzione, ne definisce la fisionomia e specificità rispetto ai presidi di natura ambulatoriale e ospedaliera; che, inoltre, devono essere previste, in qualità di consulenti, altre figure professionali quali il sociologo, il legale, il mediatore linguistico-culturale, il neuropsichiatra infantile, l’andrologo e il genetista presenti nella ASL a disposizione dei consultori.

Considerando
che per i Consultori la problematica dell’interruzione volontaria di gravidanza presenta certamente aspetti di grande delicatezza e complessità in quanto da un lato implica la necessità di cercare di rimuovere le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione (anche attraverso la stimolazione di interventi di natura sociale e socio sanitaria intergrata) e, ove ciò risultasse vano, seguire adeguatamente (da un punto di vista sanitario, ma anche psicologico) nell’intero percorso assistenziale, la donna che richiede una IVG.

Ritenendo
che i Consultori debbano essere rispondenti ai requisiti ed agli standard di fabbisogno indicati dal Progetto Obiettivo Materno Infantile e che la loro attività debba essere sostenuta per garantire le azioni previste dal Piano sanitario Nazionale nel campo della promozione della salute in età adolescenziale, delle relazioni di coppia, di famiglia e disagio familiare, del controllo della fertilità e procreazione responsabile, della assistenza in gravidanza, alla puerpera e al neonato, della prevenzione dell’IVG, della prevenzione dei tumori femminili e degli interventi per l’età post-fertile.

Tenendo conto
che è in atto una campagna per l’abolizione della Legge 194 che nega anche l’evidenza che la legalizzazione dell’aborto ha determinato la scomparsa dell’aborto clandestino, ha comportato l’eliminazione della mortalità e morbilità materna ad esso associata ed ha consentito la riduzione dell’interruzione volontaria di gravidanza ( dal 1982 ad oggi l’IVG è scesa del 44,6% e del 60% se riferita alle sole donne italiana ), grazie alla promozione di un maggiore e più efficace ricorso a metodi di procreazione consapevole, alternativi all’aborto, secondo gli auspici della legge

Ritenendo
che l’aggressione alla Legge 194 è un’aggressione alla donna nella sua persona e nella sua dignità perché nega la centralità della sua decisione nel non poter portare avanti una gravidanza;
che la campagna contro la Legge 194 vuole uno Stato che arretri sul terreno dei diritti civili acquisiti e che cancelli la sua laicità costituzionale, che cancelli inoltre l’educazione sessuale dei giovani, le politiche di prevenzione e di sostegno per una procreazione consapevole e responsabile, che faccia ripiombare le donne nella clandestinità dell’aborto e che lasci - come un tempo di cui non si immaginava il ritorno - solo alle più ricche la possibilità di ricorrere alla IVG all’estero, come peraltro purtroppo avviene per la fecondazione assistita.

Ritenendo altresì
che l’aggressione alla Legge 194 possa essere favorita dall’indebolimento dei Servizi Consultoriali che hanno il merito di concretizzare la centralità del significato della legge 194 su come prevenire e diminuire il numero di aborti; che la carenza della presenza di consultori sul territorio e delle risorse umane in dotazione possa invalidare le funzioni per le quali i Consultori sono stati istituiti






Si impegna il Sindaco e la Giunta

- A sostenere presso la Regione dell’Umbria, in previsione della definizione del nuovo Piano Sanitario Regionale, il potenziamento dei Servizi Consultoriali secondo quanto previsto dalle indicazioni del Progetto Obiettivo Materno Infantile;

- A sostenere sul livello territoriale la presenza e le attività dei Servizi Consultoriali promuovendo, in collaborazione con le Associazioni delle Donne, una verifica degli stessi presso la ASL.

- A verificare, in collaborazione con le Associazioni delle Donne, eventuali problemi presenti nel servizio pubblico per l’applicazione della Legge 194.

Nessun commento: