mercoledì 9 aprile 2008

Chiusura della campagna elettorale

Ultimo incontro con i cittadini di Spoleto prima del voto di domenica e lunedì.

Giovedì 10 aprile alle ore 18, presso la ex sala consiliare di palazzo Collicola (ingresso da piazza San Domenico) la Sinistra l'Arcobaleno di Spoleto chiuderà la propria campagna elettorale con la presenza della sen. Maria Luisa Boccia, capolista alla camera ; Daniela Chiavarini, portavoce regionale dei Verdi, candidata al senato; Patrizia Acciarino, candidata alla camera.

Le candidate saranno intervistate dalla giornalista Cristina Antonini sui temi della Laicità, diritti civili, tutela dell'ambiente.

Appello all'Umbria per il voto di Pietro Ingrao

E' con grande piacere ed emozione che pubblichiamo l'appello di Pietro Ingrao agli umbri per l'ultimo miglio della campagna elettorale.


Appello all'Umbria per il voto alla Sinistra arcobaleno
di Pietro Ingrao

Alle donne e agli uomini dell’Umbria
Con l’emozione di chi sa che in queste settimane si sta svolgendo una battaglia decisiva, torno a rivolgermi con la passione di un tempo, alle genti di una regione civilissima come la vostra. Il mondo si è fatto assai più complicato tra miserie e guerre. Perciò ci può e ci deve essere ancora, tenace e testarda, la voglia di cambiare, la voglia di affermare un’altra idea della vita e del mondo nelle meravigliose piazze umbre, da Bevagna a Spello, da Todi a Gubbio, da Spoleto a Perugia, nei luoghi di lavoro, dentro le Acciaierie di Terni, nelle tante fabbriche che fanno l’Umbria di oggi, nell’Università, in tra i giovani che si confrontano a fatica con le dure incertezze del futuro.
In questa occasione delle elezioni del 13 aprile, mi rivolgo a voi per chiedervi una scelta forte e chiara e per tenere alta la rappresentanza della sinistra nella vostra terra, per costruire nuove strade, dare nuove radici feconde alla sete di pace e di libertà. Per il voto e oltre il voto.
L’Umbria è terra a me carissima. Nelle vostre città, nelle piazze, nei piccoli borghi, nelle splendide campagne segnate, allora, dal lavoro dei mezzadri, ho passato un tratto fondamentale delle mia vita. Ho potuto sentire quanto siano profondi nel popolo umbro i valori della democrazia, della laicità, della libertà e della liberazione di donne e uomini, della dignità del lavoro e della sua emancipazione. In tante occasioni ho sentito quanto radicata fosse la lezione del grande pensatore perugino non-violento, Aldo Capitini, e il segno di nuova umanità contenuto nella Marcia della pace Perugia-Assisi, e quella ardente passione popolare, tesa a radicare la democrazia e la giustizia nei tanti municipi della regione.
E oggi? So quanto prema la difficile contemporaneità del mondo anche sull’Umbria, malgrado gli impegni dei governi locali: le nuove ingiustizie, le disparità, la mancanza di tutele, i nuovi bisogni di libertà che erompono nella vita di tante donne e uomini fin dalla più giovane età.E’ il presente e il futuro difficile che dicono quanto sia essenziale per l’Umbria e per l’Italia una nuova soggettività della sinistra. La sinistra non è solo politica, è sete di un nuovo sapere. È ansia di capire, è voglia e passione di mettersi in movimento per pensare e far avanzare un mondo nuovo. E’ capacità critica. E’ libertà e autonomia del pensiero prima di tutto dal comando dell’economia. E’ cultura e valore della differenza, di donne e uomini che costruiscono relazioni e vite a partire dal riconoscimento della libertà femminile. Nella sessualità, nella procreazione, nella vita sociale, nella politica. Sinistra è capire che le bellezze dell’Umbria non possono essere solo dimensioni mercantili, ma piuttosto risorse e valori capaci di segnare un’idea forte di futuro.
Questo, penso, sarà il senso del voto alla Sinistra L’Arcobaleno. E l’azione di oggi per il voto segna lo scatto di una nuova passione, più alta e forte. Così è stato per la mia generazione nella lotta antifascista e nella costruzione della Repubblica. Dipende da ciascuno di noi. Oggi come ieri.
Pietro Ingrao

lunedì 7 aprile 2008

APPELLO DI INTELLETTUALI E SINDACALISTI

Pubblichiamo un appello per il voto del 13 e 14 aprile di numerosissimi intellettuali, sindacalisti e professionisti di indiscusso valore e di varia estrazione e provenienza.
A parte il testo che ne spiega le ragioni, in questo caso, anche se con un po' di fatica, vale la pena leggere le firme in calce al documento, a testimonianza delle speranze e delle aspettative che moltissimi ripongono nei confronti di SA.


NOI FACCIAMO UNA SCELTA DI PARTE

Noi sosteniamo le liste de “La Sinistra, l’Arcobaleno”, e il candidato-premier Fausto Bertinotti, per quattro buone ragioni.

1. Perché è un voto utile alla democrazia italiana e alla rinascita della politica. La contesa elettorale non può ridursi a una partita a due, o a un referendum tra leadership spettacolari. E il futuro del paese non può essere affidato al “modello americano” , che per definizione e vocazione storica cancella la sinistra dalla rappresentanza istituzionale. Per battere la destra, la sinistra resta essenziale. Per vincere la sfida della pace che muove milioni di persone, ci vuole una sinistra forte. Per superare la crisi di fiducia, e i pericoli di declino morale dell’Italia, le idee e la forza della sinistra restano imprescindibili.

2. Perché è un voto di parte. Dalla parte dei lavoratori e dei diritti del lavoro, operaio, precario, intellettuale, sfruttato, sottopagato, umiliato. Dalla parte delle donne, dei giovani e dei nuovi cittadini e cittadine migranti in cerca di libertà. Dalla parte del rispetto per l’ambiente, minacciato da un’idea di sviluppo cieca e squilibrata. Dalla parte del valore non mercificabile del sapere e della conoscenza. Fuori da questa parzialità, che rivendichiamo come una risorsa preziosa, non c’è vera possibilità di cambiamento. E tutto si “concilia”, si omologa, si appiattisce, in un clima di conformismo dilagante.

3. Perché è un voto laico. Per fermare l’invadenza interventista delle alte gerarchie vaticane e le tentazioni neo-temporaliste della Chiesa cattolica. Per arginare le insorgenze fondamentaliste, che attaccano leggi come la 194, bloccano l’allargamento dei diritti civili, diffondono omofobia, tentano di ricondurre le donne ad un ruolo antico di soggezione. Noi non vogliamo né “guerre di religione” né antistorici steccati tra credenti e non credenti. Crediamo piuttosto che la laicità dello Stato e il primato del Parlamento siano il fondamento più solido della libertà di tutti.

4. Perché è un voto di speranza: per una sinistra capace di rigenerare se stessa, il suo modo di essere e di agire, i suoi progetti. Un obiettivo difficile, ma assolutamente necessario, che può cominciare un percorso positivo nel fuoco di queste elezioni, il 13 e 14 aprile. Noi, a questa speranza non possiamo rinunciare.

Primi firmatari.Pietro Ingrao; Marco Bellocchio, regista; Luciana Castellina, giornalista e scrittrice; Mario Ceroli, scultore; Marcello Cini, filosofo della scienza; Luciano Gallino, sociologo; Paul Ginsborg; Margherita Hack, astronoma; Lea Melandri, saggista e femminista; Mario Monicelli, regista; Achille Occhetto; Valentino Parlato, giornalista; Tamar Pitch, docente Univ. Perugia; Rosanna Praitano, presidente circolo Mario Mieli; Giuseppe Prestipino, filofoso; Marco Revelli, storico; Gianni Rinaldini, segretario generale Fiom; Rossana Rossanda; Paolo Rossi, attore, da anarchico; Edoardo Sanguineti, poeta e saggista; Aldo Tortorella; Mario Tronti, flosofo; Dario Vergassola, attore.
Arti, letteratura e mondo dello spettacolo
Francesco Baccini, cantautore; Nanni Balestrini, scrittore; Achille Bonito Oliva, critico d’arte; Edoardo Bruno, critico cinematografico; Sergio Cammariere, musicista; Ascanio Celestini, regista e attore; Pippo Delbono, regista e attore teatrale; Marco Gastini, pittore; Leo Gullotta, attore; Wilma Labate, regista; Citto Maselli, regista; Lea Massari, attrice; Roy Paci, cantante; Paolo Pietrangeli, regista; Paolo Poli, attore; Andrea Rivera, attore e musicista; Pasquale Scimeca, regista; Tiziano Sclavi, scrittore; Daniele Segre, regista; Daniele Silvestri, cantautore; Ambrogio Sparagna, editore e vignettista; Statuto, gruppo musicale; Bebo Storti, attore e autore teatrale; Tiziana Donati Tosca, cantante; Daniele Vicari, regista; Gilberto Zorio, scultore; Uccio Aloisi, musicista; Carmine Amoroso, regista; Fabrizio Apolloni, attore; Gianluca Arcopinto, produttore cinematografico; Marcello Argilli, scrittore; Giorgio Arlorio, sceneggiatore; Gino Auriuso, attore e presidente FedItArt; Davide Barletti, regista; Paolo Benvenuti, regista; Mauro Berardi, produttore cinematografico; Cloris Brosca, attrice; Sylvano Bussotti, musicista; Francesca Calvelli, montatrice cinematografica; Enrico Capuano, musicista; Giuseppe Casa, direttore artistico Martelive; Pasquale Catalano, compositore; Daniele Cenci, critico letterario; Nando Citarella, musicista; Anna Cochetti, critico d’arte; Ludovico Corrao, presidente Orestiadi; Ninni Cutaia, direttore ETI; Maria Rosa Cutrufelli, scrittrice; Toni D’Angelo, regista; Felice De Maria, direttore della fotografia; Ivan Della Mea, cantante; Ugo Delucchi, artista e vignettista; Marco Dentici, scenografo; Francesco Di Giacomo, cantante Banco del Mutuo Soccorso; Pippo Di Marca, regista teatrale; Gaspare Di Stefano, attore; Don Pasta, musicista; Ennio Fantastichini, attore; Andrea Frezza, regista e scrittore; Roberto Giannarelli, regista; Francesco Gnerre, scrittore; Giovanni Greco, direttore artistico Teatro Lido; Fabio Grossi, regista e attore; Giovanni Guidi, musicista; Alessandro Kokocinski, pittore; Alessio Lega, musicista; Giampiero Lisarelli, attore; Sebastiano Lo Monaco, attore; Fabiomassimo Lozzi, regista; Carla Marcotulli, cantante; Pino Marino, cantautore; Gerardo Mastrodomenico, attore; Magda Mercatali, attrice; Lucia Mirisola, costumista; Raffaella Misiti, cantante Acustimantico; Vincenzo Monaci, Teatro Eliseo; Elisa Montessori, disegnatrice e pittrice; Nidi d’Arac, gruppo musicale; Antonio Nocera, pittore e scultore; Alessandro Occhipinti, scrittore e autore teatrale; Mirko Pagliacci, pittore; Rocco Papaleo, attore; Fausto Paravidino, regista; Renzo Paris, poeta e critico letterario; Parto delle nuvole pesanti, gruppo musicale; Ulderico Pesce, attore e autore teatrale; Luigi Pestalozza, musicologo; Carlo Pestelli, cantautore; Massimo Piesco, regista; Rocco Quaglia, ballerino; Radici nel cemento, gruppo musicale; Fausto Razzi, compositore; Alessandro Rossetti, sceneggiatore; Giuliana Ruggerini, scrittrice; Nino Russo, regista; Massimo Sani, regista; Andrea Satta, musicista dei Tete de Bois; Paola Scarnati, dirigente Unione Circoli Cinematografici Arci; Angelo Schiavi, musicista; Pino Strabioli, regista e conduttore tv; Aldo Terlizzi, regista; Barbara Valmorin, attrice; Netta Vespigani, artista.
Saperi, università e ricerca
Piergiovanni Alleva, giuslavorista Univ. Politecnica Marche; Vezio De Lucia, urbanista; Angelo D’Orsi, storico; Gianni Ferrara, costituzionalista Univ. La Sapienza; Carlo Flamigni, docente Univ. Bologna; Francesco Garibaldo, sociologo; Augusto Graziani, docente Univ. La Sapienza; Francesco Indovina, urbanista; Gianni Mattioli, fisico Univ. La Sapienza; Giorgio Parisi, fisico Univ. La Sapienza; Franco Piperno, docente Univ. Cosenza; Giuliano Pisapia, giurista; Edoardo Salzano, urbanista; Amos Andreoni, giuslavorista Univ. La Sapienza; Andrea Bagni, insegnante; Vincenzo Bavaro, giuslavorista Univ. Bari; Piergiorgio Bellagamba, docente Univ. Ascoli Piceno; Fabio Bentivoglio, filosofo e scrittore; Piero Bevilacqua, docente Univ. La Sapienza; Flavia Bianchi, urbanista; Francesco Bilancia, docente Univ. Chieti-Pescara; Olivia Bonardi, giuslavorista Univ. Statale Milano; Bruno Bosco, docente Univ. Milano Bicocca; Caterina Botti, docente Univ. Roma; Emiliano Brancaccio, docente Univ. del Sannio; Sergio Brenna, urbanista; Yuri Brunello, docente Univ. Federal de Bahia; Luca Cafiero, filosofo; Maria Grazia Campari, giurista e avvocata; Pietro Paolo Cannistraci, docente storia dell’architettura; Francesco Carchedi, ricercatore sociale; Aldo Carra, osservatorio IRES Cgil; Valerio Cerretano, docente Univ. Glasgow; Lido Chiusano, storico della filosofia; Stefano Ciccone, docente Univ. Tor Vergata; Nicola Cipolla, presidente CEPES; Federico Coen, direttore “Lettera Internazionale”; Gastone Cottino, docente universitario; Marco Cuniberti, giuspubblicista Univ. Statale Milano ; Alessandro Dal Lago, docente Univ. Genova; Paolo De Nardis, sociologo; Fabio De Nardis, sociologo; Elisa Del Chierico, ricercatrice universitaria; Elena Del Grosso, biologa femminista; Arturo Di Corinto, docente universitario; Alfonso Di Giovine, costituzionalista; Ferdinando Di Orio, rettore Univ. L’Aquila; Andrea Fasullo, docente Univ. Camerino; Pino Ferraris, sociologo; Franco Focareta, giuslavorista Univ. Bologna; Carlo Formenti, docente Univ. Lecce; Mauro Gamboni, CNR; Mario Giovanni Garofalo, giuslavorista Univ. Bari; Fausto Gentili, L’officina della memoria Foligno; Monica Giansanti, insegnante; Massimo Ilardi, sociologo; Carlo Innocenti, ricercatore; Eugenio Iorio, docente Univ. Bari; Andrea Lassandari, giuslavorista Univ. Bologna; Fabrizio Lemme, docente Univ. Siena; Guido Liguori, storico del pensiero politico; Paolo Lucchesi, docente Univ. Roma Tre; Giorgio Lunghini, economista; Fabio Marcelli, docente Univ. La Sapienza; Oscar Marchisio, economista; Graziosi Marina, insegnante femminista; Carlo Marino, docente Univ. Palermo; Grado Marletto, economista; Luigi Mascilli Migliorini, storico; Pietro Masina, docente Univ. Orientale; Corrado Mauceri, Ass. Per la Scuola della Repubblica; Giovanni Mazzetti, economista; Danielle Mazzonis, ricercatrice; Monica Mc Britton, giuslavorista Univ. Salento; Lodovico (Lodo) Meneghetti, urbanista; Sandro Morelli, direttore rivista “Quale Stato”; Giovanni Naccari, giurista; Luca Nivarra, giuslavorista Univ. Palermo; Alberto Olivetti , docente Univ. Siena; Maurizio Oliviero, docente Univ. Perugia; Guido Ortona, docente Univ. Piemonte Orientale; Stefano Ossicini, fisico Univ. Modena e Reggio Emilia; Renzo Paris, poeta, narratore e saggista; Tonino Perna, docente Univ. Messina; Riccardo Petrella, docente Univ. Lovanio; Roberto Felice Pizzuti, economista; Gabriella Poli, presidente IRES Verona; Alessandro Portelli, docente Univ. La Sapienza; Michele Prospero, docente Univ. La Sapienza; Enrico Pugliese, sociologo; Emilio Raimondi, docente Univ. Strasburgo; Giulietta Rak, ricercatrice; Riccardo Realfonzo, docente Univ. Sannio; Massimo Roccella, giuslavorista Univ. Torino; Bernardo Rossi Doria, urbanista; Massimo Ruffini, economista; Marino Ruzzenenti, insegnante; Raffaele Salinari, docente Univ. Urbino; Antonia Sani, Ass. Per la Scuola della Repubblica; Mario Santostasi, pubblicista; Enzo Scanduzza, docente Univ. Sassari; Ernesto Screpanti, docente universitario; Carla Sepe, giurista; Luigi Spedicato, docente Univ. Sannio; Marcello Strazzeri, preside Scienze sociali e Politiche Univ. Sannio; Claudio Strinati, sovrintendente Beni culturali Roma; Francesca Stroffolini, docente universitario; Massimo Taddia, formatore; Gianni Tamino, docente Univ. Padova; Maria Vittoria Tessitore, docente Univ. Roma Tre; Monica Toraldo di Francia, Comitato Nazionale di Bioetica; Carlo Vallauri, storico; Roberto Veneziani, docente University of London; Bruno Veneziani, giuslavorista Univ. Bari; Pasquale Voza, docente Univ. Bari.

Movimenti sociali e politici.
Giorgio Airaudo, segr. gen. Fiom Piemonte; Gian Franco Benzi, dirigente Cgil; Marco Bersani, Attac Italia; Massimo Brancato, segr. gen. Fiom Napoli; Giuseppe Chiarante, ARS; Susan George, presidente onorario Attac Francia; Giuliano Giuliani, Comitato Verità e Giustizia per Genova; La Karl du Pignè, drag queen; Fabrizio Nizzi, Action; Mimmo Pantaleo, segr. gen. Cgil Puglia; Bianca Pomeranzi, Rete femminista; Carla Ravaioli, giornalista e ambientalista; Massimo Serafini, dirigente Legambiente; Paola Agnello Modica, segretaria nazionale Cgil; Vittorio Agnoletto, parlamentare europeo; Andrea Agostani, Legambiente Genova; Mario Agostinelli, unaltra lombardia; Andreina Albano, dirigente Arci; Giancarlo Albori, segreteria nazionale Slc - Cgil; Andrea Allamprese, dirigente Cgil; Roberto Allotta, dirigente Arci; Andrea Amaro, dirigente Cgil; Andrea Amendola, segr. prov. Fiom Napoli; Franco Argada, coordinamento ARS; Vincenzo Argentato, segr. gen. Fiom Benevento; Luigi Attenasio, presidente Psichiatria Democratica Lazio; Fulvio Aurora, Medicina Democratica; Asghari Bahram, dirigente Cgil; Carlo Baldini, dirigente Cgil; Gino Barsella, dirigente Punto Critico; Paolo Belloni, dirigente Cgil; Giovanni Berlinguer, europarlamentare; Rosalinda Brucculeri, ecologa; Antonio Bruno, Comitato Verità e Giustizia per Genova; Franco Bruno, segr. prov. Fiom Napoli; Cesare Caiazza, dirigente Cgil;Silvio Canapé, Spi - Cgil Piemonte; Elisabetta Cancellieri, dirigente Cgil; Michele Cappiello, dirigente Arci; Wilma Casavecchia, dirigente Cgil; Sergio Caserta, ARS; Salvatore Cavallo, Rsu AnsaldoBreda Napoli; Lilli Chiaromonte, dirigente Cgil; Raffaella Chiodo, operatrice cooperazione internazionale; Carmen Cordaro, dirigente Arci; Renzo Craighero, mediatore culturale; Roberto Cresca, ambientalista; Michele Curto, presidente ong Terra del Fuoco; Roberto D’Andrea, segr. nazionale Nidil - Cgil; Ferruccio Danini, dirigente Cgil; Luciano De Vescovi, dirigente Arci; Sandro Del Fattore, dirigente Cgil; Gianni Di Cesare, dirigente Cgil Abruzzo; Mario Di Costanzo, Rsu Fiat Pomigliano; Angelo Di Gennaro, Psichiatria Democratica Lazio; Andrea Di Stefano, direttore di “Valori”; Tommaso Fattori, ambientalista; Marco Fenaroli, segr. gen. Cgil Brescia; Antonio Filippi, dirigente Cgil; Maurizio Filipponi, Comitato 1° maggio; Alfio Foti, dirigente Arci; Luigi Giannattasio, Libera associazione; Roberto Giordano, dirigente Cgil; Sergio Giovagnoli, dirigente Arci; Patrizio Gonnella, Ass. Antigone; Stefania Grasso, Ass. Familiari vittime di mafia; Dino Greco, dirigente Cgil; Renato Grimaldi, ambientalista; Sally Kane, dirigente Cgil; Rachid Khay, dirigente Arci; Adriano Labbucci, presidente consiglio provinciale Roma; Enzo Lacorte, dirigente Cgil; Gaetano Lamanna, dirigente Cgil; Maurizio Landini, segr. naz. Fiom; Rita Lavaggi, Forum Ambientalista Genova; Salvo Leonardi, Ires - Cgil; Nicola Maiolino, segr. naz. Fisac - Cgil; Gigi Malaroda, glbtq Torino; Francesco Manganiello, Rsu Fiat Pomigliano; Michele Mangano, presidente naz. Auser; Maurizio Mascoli, segr. gen. Fiom Campania; Eugenio Melandri, Chiama l’Africa; Filippo Miraglia, dirigente Arci; Emilio Molinari, Contratto mondiale per l’acqua; Andrea Montagni, dirigente Cgil; Luisa Morgantini, europarlamentare; Franco Mungari, Spi - Cgil Calabria; Pasquale Nappa, segr. gen. Spi - Cgil Verona; Antonio Nasti, Rsu Alenia Pomigliano; Nicola Nicolosi, dirigente Cgil; Diego Novelli, ex sindaco di Torino; Gaia Pallottino, ambientalista; Massimo Paolicelli, presidente ass. Obiettori non violenti; Francesco Percuoco, Rsu Fiat Pomigliano; Ciro Pesacane, presidente Forum Ambientalista; Ornella Pucci, dirigente Arci; Bruno Ravasio, dirigente Cgil Lombardia; Gian Franco Riccò, dirigente Cgil; Riccardo Rifici, esperto acque; Paolo Righetti, segreteria Cgil Verona; Tiziano Rinaldini, dirigente Cgil; Alessandro Rizzo, Sinistra Rossoverde; Angela Ronca, dirigente Cgil; Maria Letizia Sabatino, ambientalista; Giancarlo Saccoman, segreteria nazionale Spi - Cgil; Mario Sai, dirigente Spi - Cgil; Umberto Saleri, dirigente Cgil; Antonio Santorelli, Rsu Avio Pomigliano; Anna Schiavoni, giornalista e esperta di cooperazione internazionale; Maria Luisa Severi, Rialto occupato; Piero Soldini, dirigente Cgil; Anita Sonego, Libera Università delle Donne; Massimiliano Sport Bianchini, dirigente Arci; Claudio Stacchini, segr. Cgil Torino; Stefano Sylos Labini, Ass. Nuovo Municipio; Cecilia Taranto, dirigente Cgil; Leopoldo Tartaglia, dirigente Cgil; Salvatore Tassinari, Ass. per la Sinistra unita e plurale; Laura Testoni, dirigente Arci; Croce Teti, dirigente Cgil; Sergio Tosini, dirigente Cgil; Claudio Treves, dirigente Cgil; Rita Turati, segreteria nazionale Spi - Cgil; Vincenzo Valentino, segr. gen. Spi - Cgil Puglia; Rossana Vallino, ambientalista e animalista; Luciano Vecchia, segr. gen. Fiom Avellino; Stefano Vicini, operatore sociale; Ugo Zamburru, dirigente Arci; Giovanna Zunino, dirigente Cgil.
Mondo delle professioniRitanna Armeni, giornalista; Loris Campetti, giornalista; Sandro Curzi, cda RAI; Manuela Fraire, psicoanalista; Roberto Tesi Galapagos, giornalista; Aldo Garzia, giornalista e scrittore; Darwin Pastorin, giornalista e scrittore; Piero Sansonetti, direttore di Liberazione; Giuliana Sgrena, giornalista; Carlo Amabile, giornalista; Fabrizio Ammirati, primario cardiologo; Sergio Arena, primario cardiologo; Angela Azzaro, giornalista; Alba Balestra, presidente Associazione Internazionale Incisori; Roberto Balma, dirigente aziendale; Paolo Berdini, architetto; Carlo Bianchini; Patrizia Bianconi, libero professionista; Stefano Bocconetti, giornalista; Luca Bonaccorsi, editore; Stefano Cardinali, giornalista; Paolo Ciofi, saggista; Wilma Cipriani, psicologa arteterapeuta; Simonetta Cossu, giornalista; Anubi D’Avossa Lussurgiu, giornalista; Ercole De Masi, primario gastroenterologo; Fiore De Rienzo, giornalista; Aldo Del Vescovo, primario chirurgo; Piero Di Siena, giornalista; Massimo Fagioli, neuropsichiatra; Antonella Fantò, giornalista; Laura Gallucci, architetta; Michele Gallucci, primario urologo; Giuseppe Gentili, dirigente RAI; Franca Gonella, imprenditrice; Carlo Guglielmi, avvocato; Claudio Jampaglia, giornalista; Luigi Lalloni, medico; Gianni Lanzinger, avvocato; Carlo Lefevre; Gianni Lucini, giornalista e autore; Piero Manni, editore; Elisa Marincola, giornalista; Paolo Mazzotto; Loredana Mozzillo, architetta; Nello Pacifico, giornalista e saggista; Pierluigi Panici, avvocato; Fausto Pellegrini, giornalista; Elma Pierantoni, documentarista; Anna Pizzo, giornalista; Jean Marie Pouget, editore; Bia Sarasini, giornalista; Donatella Scatena, architetto; Pier Scolari, giornalista; Ettore Torregiani, tecnico informatico; Gianfranco Turchetti, primario malattie vascolari; Rino Vaccaro, giornalista e ambientalista.

Appello autocritico

Sul Manifesto del 6/4 è comparso un lungo intervento di Fausto Bertinotti che riportiamo per esteso. Con la consueta lucidità, Bertinotti traccia un primo provvisorio bilancio dell'esperienza di governo e avanza qualche considerazione intorno alle prospettive della Sinistra Arcobaleno per il dopo voto.


Appello autocritico
Fausto Bertinotti

La campagna elettorale si è ormai consumata. In essa si sono sovrapposti due piani. Il balletto insopportabile della politica separata, ridotta al confronto tra due soli contendenti che si assomigliano nel linguaggio e nelle proposte. E' la pulsione neocentrista come esito della transizione irrisolta della crisi sociale, economica e politica. E' l'esito su cui esplicitamente puntano i centri di comando dell'economia, della finanza, dell'informazione e dei poteri forti. Una camicia di forza sull'intero sistema politico per rendere le istituzioni impermeabili alle istanze sociali e al conflitto democratico.Realizzare questo esito comporta l'eliminazione definitiva di quella che è stata chiamata l'anomalia italiana, ovvero la presenza di una sinistra politica, sociale, del mondo del lavoro, radicata nella società, rappresentata nelle istituzioni, influente nelle assemblee elettive.Solo così si può comprendere l'apparente paradosso di una crisi, esplosa nel ventre molle del centro moderato e pagata, invece, con una rottura con la sinistra.
Si vuole arrivare allo splash down: la cancellazione della sinistra come strumento per la normalizzazione del caso italiano. Un obiettivo di fase che sta dentro un processo di americanizzazione di più lunga lena di cui va colta l'ispirazione di fondo: il conflitto di classe è ineliminabile ma da esso può essere cancellata la rappresentanza politica e negata la politicità.

Esso può esprimersi anche in forme radicali e diffuse ma senza che possa avere la capacità di scalare il livello della proposta generale di cambiamento. Esso va, quindi, sterilizzato dal punto di vista della possibilità di incisione nelle scelte di società.C'è stata un'altra campagna elettorale, quella che abbiamo vissuto come Sinistra L'Arcobaleno, fatta di mille incontri, dibattiti, comizi. La campagna elettorale vissuta come l'aggiornamento dell'inchiesta sullo stato del paese reale.Questa ci restituisce l'immagine di un paese sospeso tra ansia di cambiamento e sfiducia.

Due facce anche qui che si sovrappongono. Nulla è semplice o può essere semplificato: questa rappresentazione doppia è dentro il corpo vivo e ferito del popolo della sinistra.Non possiamo rivolgerci a questo popolo senza una autocritica sul tempo breve della crisi e sul processo di lungo respiro della ricostruzione della sinistra.Non possiamo rivolgerci ad esso senza un bilancio di verità sui due anni di governo in cui la sinistra ha assunto ruoli importanti di responsabilità di governo e istituzionale.Nei fatti, è stata smentita l'idea della permeabilità di quel governo da parte dei movimenti. Esso è stato assai più permeabile ai poteri forti che ne hanno condizionato le scelte attraverso la penetrazione dentro le principali forze che lo sostenevano: sulla redistribuzione del reddito, sulla lotta alla precarietà, sull'estensione dei diritti civili e così via. Così è ripiombato nella logica dei due tempi.Abbiamo colto il senso di quell'esito.

La Sinistra si presenta autonomamente alle elezioni. Non è una condizione a tempo. Sarà autonoma ugualmente dopo il voto.

Al popolo di sinistra, ci rivolgiamo con l'avvio di un nuovo processo di aggregazione.Il progetto che la sinistra italiana presenta alla prova elettorale, ovvero la Sinistra L'Arcobaleno, è quello necessario. Ma non è ancora sufficiente.La questione decisiva si ripropone e chiama in causa la capacità di tutti e di ognuno, a partire dai gruppi dirigenti degli attuali partiti, di mettersi in discussione dentro un processo partecipativo.
Il vero punto di applicazione del processo unitario è, quindi, quello di aprirsi alla partecipazione, di cessare di essere vissuto come elemento proprietario dei partiti che chiamano associazioni e singoli ma non li rendono protagonisti a pari titolo.

Concludo con due argomenti che sono anche l'assunzione di una responsabilità solenne.La sinistra italiana ha una grande tradizione: dalla storia del Partito Comunista, alle esperienze socialiste e alle altre forze della sinistra politica che hanno fatto la storia e costruito la democrazia di questo paese, alle organizzazioni del lavoro e del conflitto di classe, a quella sinistra sociale e dei movimenti che ha innervato il tessuto partecipativo più attivo, a quelle culture politiche di trasformazione, dal femminismo all'ambientalismo critico, al pacifismo che sono fondative della nuova sinistra. Il movimento altermondialista, la sua domanda di un altro mondo possibile, ne hanno riaperto la strada per il futuro.
Ci vuole il nostro, il vostro concorso perché si concretizzi, perché si riprenda il cammino.

Ci vogliono sentimenti caldi, passione, emozione. Dobbiamo metterli in opera.Non si illudano: l'anomalia del caso italiano non sarà cancellata. Questo è il voto utile che chiediamo a tutte le donne e gli uomini di sinistra. Qualsiasi esito del voto, non metterà in discussione il processo unitario in atto.Abbiamo la forza di innovarci e cambiare per reggere la sfida di oggi, invertendo il processo di divisione e frantumazione. La Sinistra L'Arcobaleno è questo progetto, non è l'espediente per l'oggi ma l'investimento per il futuro.Il 15 aprile parte il processo costituente della nuova sinistra. Fausto Bertinotti

Fonte : Manifesto 6/4/2008

sabato 5 aprile 2008

Iniziative per la campagna elettorale

Oggi, sabato 5 aprile, a partire dalle 16,00, si effettueranno dei comizi volanti nelle frazioni maggiori insieme ad alcuni candidati della Sinistra Arcobaleno: Giuliano Granocchia, candidato alla Camera, Patrizia Acciarino, candidata alla Camera e a Maria Luisa Boccia, capolista alla Camera.

Alle 20,30 seguirà una cena di sottoscrizione presso il Ristorante La Fattoria di San Giovanni di Baiano.

Tutti sono invitati a partecipare.

Mutui: 500.000 famiglie a rischio

Sul Corriere della Sera del 2 aprile, è comparsa la notizia di una serie di stime compiute dall'autorità Antitrust, diffuse in un convegno sul tema della trasparenza dei mutui.

Secondo Catricalà, Presidente di questa Authority, circa 110 mila famiglie sono a serio rischio d'insolvenza; oltre 500.00 famiglie, invece, hanno serissime difficoltà a pagare le rate del mutuo, riuscendo a farvi fronte solo rinunciando a consumi primari o di necessità.

A parte la fredda notizia, a dimostrazione che in Italia ci deve essere una seria difficoltà a percepire la forza dei numeri (questo spiegherebbe perchè spesso sugli organi di stampa appaiano notizie inesatte e numeri a capriccio), un dato di questo genere dovrebbe far balzare sulla sedia l'intera classe dirigente di questo strano Paese.

Se li rapportiamo all'intera popolazione italiana, infatti, i 500.000 che non ce la fanno a pagare le rate si avvicinano all'1% dei cittadini italiani. Se li rapportiamo alla forza lavoro attiva, circa 23 milioni, arriviamo a circa il 4%. Sono cifre spaventose.

Quali sono le conseguenze politiche? Zero. A parte qualche punzecchiatura tra l'Antitrust e l'ABI, niente di niente.

Quali sono le conseguenze economiche?
Decine di migliaia di famiglie saranno costrette dall'insolvenza a vendere l'abitazione e a rivolgersi ad un mercato degli affitti esoso e fuori portata dalle tasche di molti redditi da lavoro dipendente...
Le banche si accaparreranno molti immobili da scrivere a bilancio, aumentando gli utili, dopo aver incassato succulenti interessi. Dopo le metteranno sul mercato a prezzi di svendita e qualche immobiliarista sconosciuto ai più, magari con i conti in Lichtenstein, li comprerà a prezzi di realizzo e li rivenderà a prezzi di "mercato". Voilà, il cerchio è chiuso.

In America hanno lo scandalo dell'insolvenza dei mutui subprime e la coscienza di una recessione terribile in arrivo e che ha già buttato sul lastrico milioni di famiglie.
Noi in Italia abbiamo un circuito politico mediatico autoreferenziale che non si accorge dei drammi sociali e della bancarotta politica di un'intera comunità.

A.A.

venerdì 28 marzo 2008

Free Tibet

Anche se la campagna elettorale incombe e assorbe la nostra attenzione, non possiamo tacere sul genocidio culturale in atto nel Tibet e non esprimere la nostra solidarietà al popolo tibetano.

Per quanto la notizia dei morti in Tibet si aggiunga alle centinaia di morti in altre parti calde del mondo (Iraq, Afhghanistan, ecc.), la drammaticità della situazione tibetana, dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che le politiche di potenza seguono sempre gli stessi sentieri: occupazione, repressione, cancellazione di ogni traccia della cultura e di ogni minimo dissenso.

Come è sempre accaduto nella storia, anche in questo caso, la RealPolitik sconsiglia o impedisce agli stati democratici di prendere una netta posizione contro la superpotenza cinese: qualche vago appello al dialogo, qualche pressione diplomatica, una velata minaccia di non partecipare alla cerimonia di apertura alle olimpiadi e niente più. Ancora una volta, l'Europa produce solo la propria afasia...

La repressione dei tibetani da parte del regime cinese, peraltro, non è una novità di questi giorni. C'è un documento del Tribunale Permanente dei popoli del l 20 novembre 1992, in cui il Tribunale emetteva una sentenza di condanna della Repubblica Popolare Cinese e dove veniva dimostrato che le autorità cinesi perseguono da sempre una politica di repressione, perpetrando gravi violazioni dei diritti fondamentali del popolo tibetano, come la privazione dell’esercizio della libertà di religione e di espressione, la pratica degli arresti arbitrari e delle condanne senza processo, la pratica della tortura, la rottura dell’omogeneità etnica e culturale del Paese attraverso trasferimenti coatti.
La sentenza è consultabile per intero alla pagina web:
http://www.internazionaleleliobasso.it/dtml/tribunale_permanente/sentenze/18_tibetit.pdf

Poichè non ci sarà nessuna reazione degna di nota a questo genocidio, nè proteste di piazza nè boicottaggi delle Olimpiadi, propongo di fare qualcosa che può essere connotato come semplice testimonianza e senso di indignazione: non guardare nemmeno un minuto delle Olimpiadi di Pechino che si terranno tra qualche mese e boicottare le aziende che sponsorizzano l'evento.

Per quel poco che servire, si può anche inviare una mail al governo italiano e al CONI per chiedere il ritiro della delegazione italiana alle Olimpiadi.

A.A.